Descrizione |
"Sono nato a Modena il 14 giugno 1940, dopo pochi mesi mi sono trasferito (o meglio mi hanno portato) a Pàvana (Pistoia) nella casa dei nonni paterni dove ho trascorso i primi anni di vita: là si svolgono le 'Croniche'. Ho fatto diverse cose, tra queste ho scritto e cantato delle canzoni".
Nel risguardo di copertina dell'edizione originale del suo romanzo di esordio - anno di grazia 1989 - sei righe di biografia presentano ai lettori il narratore Francesco Guccini. Già noto, in effetti, per aver prodotto - miscelando in modo insuperabile poesia, capacità di affabulazione, impegno politico, empatia generazionale - canzoni destinate ad entrare nella leggenda: si pensi a "Locomotiva", "Eskimo", "Canzone delle osterie di fuori porta", "Canzone per Silvia", "Piazza Alimonda" ) e a legare ai suoi concerti due o tre successive generazioni di entusiastici seguaci.
Lo sconfinamento del cantautore modenese nel campo letterario produrrà negli anni successivi diversi lavori di ottima qualità, oscillanti tra la memorialistica e la narrativa; il sodalizio con Loriano Macchiavelli darà origine alla raccolta di romanzi gialli ambientati nell'Appennino toscoemiliano ("Macaronì", "Un disco dei Platters","Questo sangue che impasta la terra", "Tango e gli altri", "Malastagione", "La pioggiaa fa sul serio").
Ma la freschezza e l'originalità di "Cròniche Epafàniche", autobiografia ambientale e al tempo stesso saga familiare vissuta negli anni del secondo dopoguerra nella montagna pistoiese, a cavallo tra Toscana ed Emilia, resta ineguagliata. Il recupero del dialetto (con glossario in appendice), la ricostruzione minuziosa di oggetti, credenze, luoghi, persone, animali, eventi orbitanti attorno al vecchio mulino di Pavana e al fiume Limentra alterano nel lettore la dimensione spaziale e temporale, immergendolo in un suggestivo e nostalgico "Macondo" toscoemiliano. La stessa atmosfera che permea alcune delle canzoni più autobiografiche di Francesco Guccini, come "Radici" o "Amerigo".
Un libro da non perdere, o da conservare in attesa che le pagine ingialliscano. |